La diga del Vajont è una grande opera ingegneristica tristemente famosa per il disastro a cui è collegata. Già all’inizio del XX secolo alcune società private avevano intuito la possibilità di sfruttare in modo capillare le acque del bacino del Piave per produrre energia elettrica. Tra gli anni ’30 e ’60 vennero formulati e perfezionati vari progetti che portarono alla realizzazione di una serie di sbarramenti, laghi artificiali e relative centrali idroelettriche in più località lungo il corso del Piave e dei suoi principali affluenti. Venne avviata la costruzione di una complessa e grandiosa rete di condotte forzate che, collegando i vari invasi, consentiva di sfruttare più volte la stessa acqua. In questa logica di utilizzazione razionale e capillare delle acque del bacino del Piave, una diga nella valle del Vajont assumeva un ruolo chiave: creava un serbatoio che oltre ad essere riempito con gli apporti idrici del torrente Vajont poteva ricevere le acque provenienti da tutti i serbatoi situati nell’alto bacino del Piave. Queste acque venivano successivamente convogliate nel lago artificiale di Val Gallina, serbatoio/vasca di carico sovrastante la centrale di Soverzene, che a quei tempi era una delle centrali idroelettriche più potenti d’Europa.
In relazione all’importanza del suo ruolo la diga del Vajont fu ripensata; venne redatto un nuovo progetto che prevedeva la realizzazione di una sbarramento più alto che consentiva di triplicare la capacità d’invaso del serbatoio. Nasceva cosi “il Grande Vajont”.
Nel 1957 la SADE (Società Adriatica di Elettricità) di Venezia presentò il progetto definitivo e diede il via ai lavori che furono completati nel 1959.
La diga, una costruzione a doppio arco alta 264,6 m, era nel suo genere, la più alta del mondo e la seconda in assoluto.
DATI TECNICI
Tipologia: Diga a doppio arco
Altezza: 264,6 m
Quota di massimo invaso: 722,5 m slm
Quota massima: 725,5 m slm
Spessore al coronamento: 3,4 m
Spessore alla base: 22,1 m
Lunghezza del coronamento: 190 m
Invaso totale: 168.715.000 m³
Invaso utile: 150.000.000 m³
Durante le fasi di invaso del serbatoio una colossale frana si staccò dalle pendici del Monte Toc; 280 milioni di metri cubi di roccia riempirono parzialmente l’invaso provocando terribili ondate che distrussero interi paesi nella valle del Vajont e nella sottostante valle del Piave.
La diga è uno dei simboli della Catastrofe del Vajont avvenuta il 9 ottobre 1963 ed oggi rappresenta un luogo della memoria fondamentale per tutti coloro che visitano l’area colpita dal disastro.
Il percorso lungo il coronamento della diga è stato fortemente voluto dalle amministrazioni dei comuni più colpiti dal tragico evento e dall’ENEL che ha realizzato la passerella di circa 200 metri che consente di attraversare l’intera sommità della diga e di poterla quindi visitare.
Lo scopo principale del servizio di visite guidate attivato presso la diga è quello di fornire informazioni più corrette possibili alle migliaia di visitatori che ogni anno giungono sui luoghi della tragedia.