Forra del Cellina

Il torrente Cellina, tra Barcis e Montereale Valcellina, ha inciso profondamente i calcari di età cretacica generando una valle stretta e profonda con pareti verticali e imponenti fenomeni di erosione fluviale. L’aspetto morfologico è quello tipico di un grande canyon che, con i suoi 6 km di lunghezza (tra Ponte Antoi e il Rio Stella) risulta essere il maggiore della regione Friuli Venezia Giulia e senz’altro uno dei più spettacolari d’Italia. 

Oltre alla morfologia principale, definita dalla notevole profondità della valle rispetto alla sua larghezza, lungo le pareti rocciose e in alveo si riscontrano molteplici forme legate all’azione erosiva delle acque correnti: marmitte di erosione, sottoescavazioni, massi e superfici di roccia levigate.

La forra si caratterizza anche per l’orientazione dell’asse vallivo che presenta una successione di tratti rettilinei a direzione differente: l’incisione si è infatti sviluppata lungo linee di minor resistenza legate a sistemi di fratture e faglie.

Lungo la forra del Cellina confluisce il torrente Molassa che a sua volta ha profondamente eroso i calcari cretacici formando una forra secondaria nella quale, a sua volta, confluisce il torrente Alba che ha scavato un terzo (piccolo) canyon.

La forra del Cellina è un Geosito di interesse nazionale mentre la confluenza della forra del torrente Alba in quella del Molassa è un Geosito di interesse regionale. Entrambi i geositi ricadono all’interno della Riserva Naturale Forra del Cellina (area protetta gestita dal Parco Naturale Dolomiti Friulane).

Questi ambiti geologico/naturalistici assumono una particolare valenza storica per la presenza di alcune opere per lo sfruttamento a fini idroelettrici delle acque del Cellina realizzate agli inizi del 1900 (vecchia diga e canale adduttore della centrale di Malnisio) e per il passaggio della Vecchia strada della Valcellina.

La Vecchia strada, aperta nel periodo primaverile-estivo, permette l’accesso ad una parte della forra del Cellina e alla forra del Molassa.